Il carretto siciliano è uno degli elementi iconografici che abbiamo scelto per caratterizzare l’etichetta favola “Opunzia”. Protagonisti delle raffigurazioni sulle sponde dei carretti di un tempo erano le vite dei santi, le gesta di sovrani e spesso l’opera dei pupi, proprio come sul nostro carretto di famiglia, da noi preziosamente custodito in frantoio.
Dopo l’800 il carretto è stato il mezzo di trasporto più funzionale per trasportare legna, botti di vino e anche olio. In Sicilia nacquero due scuole di decorazione. Rispetto allo stile palermitano, che presenta sponde trapezoidali, lo stile del carretto tipico della scuola catanese ha le sponde rettangolari, la tinta di fondo rossa, come la lava dell’Etna. Gli intagli e le decorazioni si presentano meglio rifiniti allontanandosi dallo stile semplice palermitano per presentare una ricercatezza maggiore.
Oltre alla funzione scaramantica e di pubblicità del mezzo che puntava ad attirare l’occhio dei passanti, il senso dei decori del carretto ha assunto un significato sempre più folkloristico.
Dunque quale icona migliore sulle nostre etichette per ripercorrere nel tempo una favola che racconta della nostra cultura a tavola e non solo?
Come il carretto, anche le nostre etichette raccontano i colori dei paesaggi che fanno da sfondo alla raccolta delle nostre olive, gli odori e il retrogusto della tradizione, le radici di una passione che dura da 60 anni.
Il lieto fine della nostra favola giunge al palato grazie al connubio di ciascuna varietà di olio con i sapori dei piatti tipici della tradizione mediterranea.