“Non vedo l’ora di respirare quest’aria ogni mattina e inebriarmi di questi sapori”. Gli occhi azzurro ghiaccio di Caterina si illuminano d’improvviso quando, durante una degustazione nell’Azienda Agricola Oliva, a pochi chilometri da Siracusa, parla della casa di campagna. A quello che oggi è solo un piccolo rudere – oggi in ristrutturazione – sono legati pochi ma felici ricordi d’infanzia, quando tornava in estate insieme ai genitori per godere del sole, del mare e dei prodotti agricoli che la Germania non poteva offrire.
La storia di Caterina è comune a tanti siciliani. Trasferitisi all’estero da piccolissimi, durante i grandi flussi migratori degli anni 50 e 70, non hanno mai tagliato totalmente il cordone ombelicale con la terra d’origine, pur avendo trascorso praticamente l’intera vita in un altro Paese.
Il suo è definito root travel, cioè il turismo alla ricerca delle proprie radici, che negli ultimi anni sta portando sempre più italiani d’origine alla riscoperta della terra dei nonni. Si stima che gli italo-discendenti nel mondo siano circa ottanta milioni, praticamente un numero maggiore degli abitanti che vivono in suolo italico. La sempre maggiore tendenza a riscoprire i luoghi d’origine ha portato il precedente governo, lo scorso febbraio, a dare vita a un progetto ad hoc, basato sulla valorizzazione dei piccoli borghi, nell’ambito dell’offerta turistica agli italo-discendenti. Il Progetto è stato inserito nel Pnrr, e si pone l’obiettivo di consentire di “riappropriarsi della cultura delle loro origini anche attraverso tradizioni, testimonianze, artigianato e gastronomia”.
Gli italiani che ogni anno fanno rientro nel loro Paese d’origine sono sei milioni: significa circa sessanta milioni di pernottamenti e una spesa che supera i 4,2 miliardi di euro. Questo tipo di turismo si sviluppa lungo l’arco di tutto l’anno, con un lieve picco nel mese di agosto. Il più alto numero di partenze si registra da Brasile e Argentina, oltre che in generale da tutta l’America del Sud. Senza dimenticare gli Stati Uniti e alcuni paesi europei come la Germania, da dove proviene appunto Caterina.
I viaggi low cost e la pandemia, che ha permesso a tanti di poter lavorare anche da remoto, hanno fatto in modo che alberghi e agriturismi, anche nelle zone turisticamente meno gettonate dell’isola, siano sempre più pieni. “Abbiamo subito un notevole incremento di visitatori originari della Sicilia negli ultimi anni. Alcuni provenienti dal Nord Italia – spiega Francesca Oliva- altri da ogni parte d’Europa e dall’America. Tutti accomunati dalla volontà di riscoprire le loro radici e godere di quanto il territorio siciliano sia in grado di offrire”.
Il favola tour offerto da Agricola Oliva – che Caterina e il marito hanno deciso di provare, per ritrovare gli antichi sapori dell’infanzia – prevede una visita al frantoio, che permette di osservare da vicino le tecniche di produzione dell’olio, oltre a una passeggiata tra i maestosi ulivi secolari.
“Ogni giorno apriamo le porte del nostro frantoio e mostriamo la dedizione e la passione che da più di sessant’anni ci guidano nella produzione di olio extravergine d’oliva e limoni Femminello IGP di Siracusa. Siamo orgogliosi della nostra terra e crediamo che il patrimonio agricolo del nostro territorio lo renda ancora più speciale e unico. Per questo abbiamo raccolto nella nostra linea favola una selezione delle migliori cultivar locali: Tonda Iblea, Moresca, Nocellara Etnea e Cerasuola, ognuna con caratteristiche organolettiche e sentori ben diversi gli uni dagli altri”.
Le sensazioni provate da Caterina durante il favola tour sono comuni a quelle dei tanti visitatori che poi lasciano le loro recensioni: “Durante le nostre vacanze in Sicilia – si legge su Trip Advisor – abbiamo avuto l’opportunità di scoprire l’esperienza della degustazione dell’olio ed è stata un’esperienza davvero unica che consigliamo a tutti! Innanzitutto la spiegazione del processo produttivo, molto interessante e resa ancor di più dalla nostra guida. E infine una degustazione con i fiocchi, non solo di olio ma di specialità locali”.
“La titolare è stata disponibilissima – si legge ancora su Google – ci ha dedicato molto tempo sia durante la spiegazione sulle varie procedure di produzione dell’olio che durante la degustazione. Gli oli sono ottimi, la passione di Francesca Oliva e la professionalità dell’azienda si riflettono nella qualità del prodotto. Da provare”.
Caterina ha deciso di viaggiare per i luoghi che custodiscono i più bei ricordi della propria infanzia. La sua storia e in generale il turismo delle radici testimoniano ancora una volta come chi lascia la Sicilia lo fa spesso mantenendo il ricordo nel cuore e con la promessa, un giorno, di ritornarci per un semplice viaggio o per non lasciarla mai più.